Cristina Speggiorin
Arriva la felicità al lavoro...e anche il suo manager.
Aggiornamento: 6 feb 2020
Che bello se al lavoro potessimo essere tutti felici! Beh non è impossibile. Nel mese di giugno che abbiamo deciso di dedicare allo stare bene, parliamo di una nuova figura manageriale: il CHO, Chief Happy Officer, già presente nelle organizzazioni americane e che sta arrivando anche da noi.

Gli Americani si sa sono sempre un passo avanti a noi; li critichiamo, ci sembrano esagerati, ma prima o poi molte volte loro strategie penetrano anche da noi...e quando ci riescono ci sembrano le cose più naturali del mondo! Il CHO potrebbe sembrare appunto questo: un'americanata che ci fa storcere il naso ma che noi di E-Skill pensiamo invece sia un fenomeno che prenderà piede anche da noi e...con successo! Magari ne cambieremo il nome: siamo troppo tradizionalisti e poco sfidanti per chiamare o assumere un manager con il termine Felicità dentro...ma la sua funziona prima o poi sarà importante anche da noi. Credeteci!
Chi è il CHO? Il manager della felicità! Fino a qualche anno fa sembrava strano parlare di benessere ed emozioni sul posto di lavoro, oggi invece non si fa altro. Ecco allora che serve anche una figura preparata, seria e professionale in grado di introdurre e gestire in azienda misure congrue e utili per garantire il benessere dei lavoratori.
L'obiettivo del CHO è infatti trasformare il posto di lavoro in un luogo felice, dove le persone si sentono sempre a proprio agio, apprezzate, comprese, valorizzate, motivate. In Italia si potrebbe chiamare (e già si chiama) Talent Manager? Welfare Manager? Chissà perchè con un'etichetta diversa la funzione assume un significato e una dimensione differente...quasi più seria. Ma la felicità è una cosa seria, soprattutto di questi tempi dove anche in azienda le dinamiche tra colleghi devono essere serene per condurre a una produttiva collaborazione. Per un’azienda, avere collaboratori felici significa trattenere i propri talenti, creare senso di appartenenza che aumenta lo spirito di collaborazione, l'efficacia e renderli più coinvolti nella missione aziendale, e l'orgoglio di far parte proprio di quell'azienda.
Il CHO è colui che amministra lo stipendio emotivo e lo troviamo all'interno della divisione Risorse Umane.
La Hppy, una community statunitense del settore Risorse Umane ha redatto una breve guida per diventare un CHO eccellente. Vediamo i 7 passi identificati da Hppy:
1. Dare importanza ad ogni persona trattandola con gentilezza
Suona come un'ovvietà, ma trattare le persone con gentilezza e comprensione trattiene i talenti. Quante persone se ne vanno da un'azienda perchè ritengono che i rapporti umani non siano soddisfacenti? Sembra il 44% a livello mondiale. Dare e ottenere rispetto indipendentemente dal livello di inquadramento è la prima cosa che una risorsa cerca oggi. Si può essere il leader visionario per eccellenza, un grande manager ma se i rapporti con le persone sono all'insegna dell'offesa e dello svilimento...beh a lungo andare l'azienda ne risentirà.
2. Assicurare le "basi"
Secondo i principi di Maslow l'azienda deve prima soddisfare i bisogni primari del lavoratore e poi pensare al resto: stipendi adeguati al valore di mercato, sicurezza e contratti di lavoro regolari
3. Dare voce ai dipendenti
Dire "ti ascolto" ad una persona, apre tutte le porte. Anzi, tenere aperta (metaforicamente) la porta del proprio ufficio e saper dedicare uno spazio ad ogni risorsa è una competenza e attività basilare del CHO. Trasmettere fiducia e interesse: ascolto le tue idee, mi interessano anche se poi non sono praticabili, è il messaggio più importante che un lavoratore gradisce ricevere.
4. Far conoscere i valori aziendali e rispettarli
Ogni azienda poggia su valori fondanti: è bene che i dipendenti li conoscano e li apprezzino. Dichiarare la propria mission e ciò in cui si crede non è una semplice attività divulgativa ma un mattoncino importante per la condivisione e la collaborazione. Il dipendente, come tutti noi del resto, per i valori in cui crede è disposto a combattere le più ardue battaglie.
5. Offrire libertà
Libertà di gestire il proprio tempo, l'autonomia decisionale, le forme di conciliazione tempi lavoro/famiglia
6. Supportare la crescita personale
Il CHO crea piani di carriera e di sviluppo grazie alla conoscenza dei punti di forza, del talento da sviluppare, delle possibilità inespresse
7. Incoraggiare un lavoro di squadra efficace
C'è poco da dire: dove c'è squadra, c'è affiatamento, spirito di sacrificio, aiuto e collaborazione.
Il CHO è una figura che dimostra sempre più di avere conoscenze e competenze legate al coaching e al counseling. Con il primo si punta al raggiungimento degli obiettivi e al miglioramento della performance, con il secondo si coltiva il benessere della persona: per un'azienda human centred.