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  • Immagine del redattoreCristina Speggiorin

Dire NO

Sulla capacità e l'importanza di sapere dire di no abbiamo già parlato nel nostro blog. Oggi ritorna sull'argomento anche il nostro Mr Wolf. Leggiamo il suo punto di vista.


Sono due le questioni che sul lavoro (e nella vita in generale) assumono un aspetto rilevante relativamente alla questione del dire, quando serve, “NO” ad un nostro interlocutore:

1. Mantenere una direzione (che sarebbe compromessa da un eventuale “Sì”): la cosa ha a che vedere con gli Obiettivi

2. Farlo in maniera che la relazione non ne rimanga danneggiata: la cosa ha a che vedere con questioni di relazione e convinzioni.

Partiamo dal presupposto che le richieste che ricevete (non parlo di proposte, parlo di richieste) siano motivate e legittime (se non lo sono, avete un problema più grande…).

Bene, non importa: se l’assecondarle vi allontana dagli obiettivi che avete, non avete scelta.

Diventa quindi esiziale avere confusione sugli obiettivi e cosa potrebbe allontanarci (o avvicinarci) ad essi.

Cosa succede invece? Poiché dire “NO” costa fatica e viene, da molti, naturalmente associato a contrasto quando non conflitto (che sono cose che per lo più la gente evita), lo scivolare nel “Sì” si trasforma in un dolce naufragar in questo mare.

Ma pur sempre naufragare. La questione è brutale nella sua semplicità: la tua richiesta aiuta a raggiungere gli obiettivi? Se sì, ok. Se no, non so, forse, non saprei... allora la risposta è NO.

Se l’assecondare la richiesta è cosa neutra (non aiuta e non inibisce), ma in ogni caso ti assorbe energie temporali, cognitive o anche solo emotive, la risposta rimane “NO”.

E veniamo al punto 2: perché questo approccio non diventi destabilizzante, va spiegato.

Occorre essere in grado di educare noi stessi ed i nostri uomini a farci solo richieste alle quali si possa dire “Sì", a ragionare in rapporto ad obiettivi e contesti ed a considerare le implicazioni sistemiche delle richieste stesse.

E bisogna farlo costruendo rapporti basati sul rispetto delle persone e dei ruoli e sulla consapevolezza dei diversi oneri che impattano sui diversi livelli gerarchici (chi può decidere ha un onere in più rispetto a chi può chiedere).

Difficile? Sì: quando si tratta di ottimizzare risorse (non tagliare; ottimizzare), si parla di lavori di cesello sulle persone, si parla di apprendimento e sviluppo individuale, si parla di potenziamento delle risorse individuali.

Se dite sempre “Sì”, se avete paura dei “NO “, non lo state facendo.

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